COSTANZO FELICI - MEDICO NATURALISTA 1525-1585
La famiglia Felici, proveniente da Lucca, si stabilì a Piobbico agli inizi del XIV secolo, intorno al 1330. Sul finire del XV sec esistevano tre rami della famiglia: un ramo si trasferì a Cagli, un altro a Castel Durante e uno rimase a Piobbico [foto veduta di Piobbico] Piobbico era allora sotto il dominio dei signori Brancaleoni, valenti guerrieri, distintisi più volte nelle battaglie a fianco dei duchi Montefeltro di Urbino, ai quali erano legati da vincoli di vassallaggio. Il borgo consisteva in poche case ai piedi della piccola collina sulla cui sommità sorgeva, e sorge ancor oggi perfettamente restaurato, il castello della famiglia dominante. [Foto veduta Castello dall’alto] La posizione strategica del maniero, dal quale si controllava il passaggio verso la via Flaminia, e la fertilità dei terreni annessi erano le cause principali dei numerosi scontri che i Brancaleoni ebbero nel corso del tempo con la famiglia confinante degli Ubaldini, signori del vicino castello dei Pecorari [foto castello Pecorari] , anch’essi vassalli dei Montefeltro.
È proprio dal ceppo rimasto a Piobbico che nacque Costanzo Felici intorno al 1525 , da Felice e Camilla Bartolini, urbinate; Casa Felici è in via Garibaldi 4 [foto casa Felici] con a destra del portone d’ingresso la caratteristica porta del morto (diventerà poi cittadino di Rimini, sua patria di elezione)
Il Felici compì i suoi studi a Perugia e successivamente si trasferì a Padova, ove conseguì la laurea dottorale in arte e medicina il 31 agosto 1552.
Esercitò la sua professione di medico a Piobbico, a Sant’Angelo in Vado (1570), a Pesaro (1576), a Rimini e in Urbania(1577). Vive a Piobbico la maggior parte della sua vita, qui aprì la sua farmacia, un luogo dove si intrecciavano pratica medica e ricerca naturalistica. Non fu solo medico, ma anche botanico, naturalista, collezionista, in contatto con i maggiori eruditi dell’epoca come Ulisse Aldobrandi.
Tra il 1580 e il 1582 il F. portò a termine una "trilogia" di opuscoli storici sull'origine di tre illustri casati: Compendio dell'origine e genti e successi de' Malatesti di Rimini, iniziato a scrivere il 17 aprile 1580 e conservato manoscritto presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini, in appendice all'Istoria di Ugubio et di molti fatti d'Italia di Guerriero Berni, trascritta il 17 ag. 1578 da Girolamo Ardizio; l'Origine de' signori da Montefeltro e duchi d'Urbino per m. Costanzo Felici a m. Francesco Sansovino, composto nel gennaio del 1581 e l'Origine de' signori Brancaleoni scritta per m. Costanzo Felici a m. Francesco Sansovino, terminato il 14 febbr. 1582. Gli ultimi due manoscritti si conservano autografi presso la Biblioteca Oliveriana di Pesaro, cuciti insieme a una copia dell'opera di F. Sansovino (Della origine et de' fatti delle famiglie illustri d'Italia, Vinegia 1582), in cui le notizie del F. sui due casati confluirono quasi alla lettera. Presso l'Archivio comunale di Urbania si conserva copia di una breve informazione sul Convento di S. Giovanni Battista de' frati osservanti della terra di Durante, composta dal Felici il 16 apr. 1581.
Anche per dimostrare i cordiali rapporti che esistevano fra la famiglia Felici ed i Brancaleoni di Piobbico, rapporti che sicuramente agevolarono il Felici nelle sue ricerche storiche, è utile sapere che il padre di Costanzo, Felice, fu incaricato dai Conti Brancaleoni a comporre una vertenza, sorta con gli uomini di Piobbico sui diritti delle terre di Monte Nerone (25.08.1547). Nel 1565 in un atto di giuramento di fedeltà ai Brancaleoni leggiamo il nome di Costanzo Felici. Nel 1569 Costanzo Felici acquista dei terreni dal Conte Antonio Brancaleoni e nel 1574 risulta presente in un altro contratto. Non ci sono atti che dimostrano una possidenza o residenza a Casteldurante, come era sostenuto in passato. Costanzo Felici stesso si definiva “de Plobico”.
Manoscritto sulla famiglia Brancaleoni fatto pervenire a Francesco Sansovino dal Felici stesso, e che il Sansovino pubblicò a proprio nome, dimostra che C. Felici fu veramente il primo biografo della famiglia Brancaleoni. Fu intimo amico e collaboratore del grande naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi, con il quale intrecciò un importante carteggio ed ebbe dimestichezza con altri importanti uomini illustri.
Gli interessi culturali del Felici, oltre alle scienze naturali, erano rivolti anche agli studi storico -letterari, scrisse pure un cenno storico sul Convento di San Giovanni Battista di Casteldurante. Ha collaborato anche al capitolo sui Montefeltro del Sansovino e “Compendio dell’origine e genti dì e successi de, Malatesti di Rimini per me Costanzo Felici Medico”, di 30 pagine, un manoscritto che si interessa in modo monografico ai Malatesta preziosa fonte
Lo stimolo in Costanzo Felici a studiare le famiglie Brancaleoni e Montefeltro era acuito dal fatto di essere egli stesso a stretto contatto con alcuni personaggi delle due casate.
Il suo rango sociale, (i Felici erano molto facoltosi) la sua professione di medico e la passione per l’antiquariato gli aprivano i saloni di Casa Brancaleoni e non solo di Piobbico – i più antichi – ma anche di Castel Durante, di Cagli e di Sant’Angelo in Vado.
Probabilmente i suoi contatti si estesero anche all’altra grande famiglia feudale: gli Ubaldini, che acerrimi rivali dei Brancaleoni, occupavano i vicini castelli della Carda e dei Pecorai. Dai manoscritti si capisce che conosceva bene anche questa famiglia.
Va ricordato che solo nel 1575 venne condotta a termine la parte più sontuosa del Castello , da ora in poi meglio definirlo Palazzo, dei Brancaleoni di Piobbico, impreziosito da affreschi e stucchi [foto affreschi e stucchi dell’appartamento del leon d’oro]
Esercitando la professione di medico in diverse località, il Felici si assicurò proficui contatti con gli altri Brancaleoni e con i Della Rovere, succeduti ai Montefeltro.
È bello immaginare che dopo le visite mediche professionali, abbia avuto la possibilità di studiare gli archivi storici delle famiglie nobiliari, ecc.
Non è da dimenticare la sua assidua riverenza verso la Casa Ducale d’Urbino. Fece la traduzione dal latino di un manoscritto dedicandola alla figlia di Guidubaldo II Felicia della Rovere , alla quale il Felici presta inoltre consulenza nell’opera da lei intrapresa per la organizzazione sanitaria e ospedaliera nel ducato di Urbino.
Al Cardinale Giulio Feltrio Della Rovere, fratello del duca, il Felici dedica un trattato.
D’altra parte la stessa madre di Costanzo Felici era una Bartolini di Urbino, e la figlia Cecilia “molto favorita dal signor Duca” sposa un Viti , pure di Urbino. È giustificato quindi supporre che i rapporti di Costanzo Felici con la città feltresca e la famiglia ducale fossero alquanto frequenti e cordiali.
Di particolare interesse è anche lo scritto sui Malatesta, importante per essere una testimonianza vicina. Costanzo Felici aveva sposato Virginia Brancorsi di Rimini, figlia di un notaio e segretario del Governo della città, uomo di cultura e di grande considerazione. La frequentazione dei parenti riminesi gli avrà giovato nell’informativa storica e gli avrà permesso di entrare nei circoli culturali riminesi. Chiamerà Rimini “patria mia” .
Nella Chiesa di Santa Maria in Val d’Abisso [foto chiesa Santa Maria], si trova una elegante colonna in travertino con lo stemma dei Felici , una croce con alle estremità cinque stelle. [FOTO stemma sotto altare] era con campo ceruleo, stelle gialle o oro, sbarre in croce bianche. Faceva parte dell’Altare della Concezione fatto costruire nel 1530 da Federico Giulio Felici, nonno di Costanzo. Raffaellino del Colle aveva dipinto su tavola una pregevole Concezione scomparsa intorno al 1860. Purtroppo Piobbico si è impoverita anche di altre importanti opere “La Madonna del Gatto” di Federico Barocci, l’armeria, la biblioteca. Ai piedi dell’altare la famiglia Felici aveva scelto il proprio sepolcro e anche Costanzo, nel testamento, preferisce riposare nella sepoltura dei suoi antenati. Di fronte a questo altare ve ne era un altro costruito da Antonio Felici figlio di Tommaso nel 1519/1520. L’altare dell’Annunciazione [foto altare con affresco Annunciazione] grazie ad un documento dell’epoca si può conoscere quali erano i soggetti dipinti oltre alla Annunciazione e ad ornamenti e fregi: quattro sibille, San Francesco e San Giovanni Evangelista
Questa chiesa aveva un tempo ben sette altari. Anche i fratelli Roberto e Antonio Brancaleoni nel 1520 vi eressero la loro cappella e Raffaellino del Colle dipinse una grandiosa tavola L’Assunta [FOTO dipinto] che ancora oggi si può ammirare. Molti Brancaleoni vollero essere sepolti in questa chiesa. Solo la famiglia Felici ebbe il privilegio di costruire ed abbellire altari e sepolcri accanto a quelli della famiglia dominante, è un chiaro segno del grande prestigio che i Felici godevano nel feudo.
Parlando degli stemmi dei Brancaleoni, il Felici ne fa una descrizione [Foto disegni pag 33 del libro di Bischi]
Lo stemma dei Brancaleoni si ammira nella Sala del Leon d’Oro [Foto stemma Leon d’Oro]
La veduta di Piobbico ai tempi di Costanzo Felici, che è contemporaneo di Antonio II Brancaleoni (+1598), si può vedere nell’affresco della Sala Romana [Foto affresco veduta Piobbico] del 1574 che ritrae il Castello, al centro il Palazzo è terminato, le due ali sono in via di sistemazione. A destra visibili i ruderi del primo fortilizio, risalente al secolo XI, a sinistra sorgerà l’ala adibita a biblioteca ed armeria. Visibili tracce di mura merlate. Da notare il giardino all’italiana con in mezzo il monumentale pozzo. Il giardino era stato affidato alle mani esperte di Costanzo Felici, si viene a sapere da una lettera che il Felici spedì nel 1571 ad Ulisse Aldrovandi. L’accesso al giardino dei conti si può ben vedere nel disegno del 1808 di Abondio Angeloni [foto disegno, vedi pag 106 del libro di Bischi, esposto nella sala del leon d’oro al castello]
L’Affresco nella camera romana, 1574, presenta come una foto di famiglia Conte Antonio II e Laura Capello [foto affresco famiglia] contemporanei a Costanzo Felici . È la stessa famiglia che alcune volte ha ricevuto Costanzo Felici nell’esercizio della sua professione di medico. Nel 1582 Costanzo Felici descrive dettagliatamente la famiglia di Antonio II ne “L’origine della Famiglia Brancaleoni”. Dal figlio più grande: Ottavio (n. 8.7.1555, m.1575; Astorre (n. 10.3.1557), fu alla corte di Parma, muore prima del padre; Torquato (n. 16.3.1558) fu alla corte di Urbino, successe al padre, ma per poco tempo, fu assassinato nel 1600; Giambattista (n. 26.3.1559), muore in combattimento nel 1581; Monaldo (n. 9.11.1560) fu alla corte di Vittoria Farnese [foto Vittoria Farnese] e del principe di Bisignano; Giordano (n. 13.11.1563) eredita nel 1600 la rata del feudo e morirà nel 1625; Orazio fu priore dell’Eremo di San Bartolomeo di Vitoschio [foto?]; Bernardo fu paggio del principe Giacomo Boncompagni; Isabella il 9.9.1585 sposa Bernardino Ansidei di Annibale, nobile di Perugia.
Costanzo Felici muore a Pesaro il 15 febbraio 1585 sarà l’ultimo dei Felici in linea maschile, morì appena un giorno dopo aver dettato il testamento, in cui chiedeva di essere sepolto nella chiesa di S. Maria dei Servi a Piobbico, sua terra d'origine.
A Piobbico i Felici erano proprietari di alcune case nel Marcatale e sotto il Monte della Tana (l’odierno Monte Basso), possedevano terreni come i poderi Fratta, Vignaccia (Ca’ Vignarello?) nella parrocchia di San Donato, Colombara, Casalino, ecc
Fonti:
Collana di studi e testi 6, Accademia Raffaello : Costanzo Felici da Piobbico
Delio Bischi: I Brancaleoni di Piobbico in Costanzo Felici e Francesco Sansovino, Bruno Ghigi editore, Rimini 1982
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